Mascherina: Un oggetto con una storia e svariate funzioni in Cina

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Con la recente diffusione del Covid-19, un nuovo oggetto ha iniziato a far parte della nostra quotidianità: la mascherina. La mascherina, infatti, è diventata una delle armi usate per questa lotta alla diffusione del coronavirus. Oltre all’impresa di trovarne una, ormai sold-out ovunque, la vera sfida è saperla indossare. Infatti, molti sono stati i casi apparsi sui social media o sui media tradizionali di uso scorretto di questo “strano” oggetto che adesso si è costretti ad indossare. Se in Italia l’approccio alla mascherina è stato inizialmente difficoltoso, in Asia non è stato affatto così. Infatti, in Oriente la mascherina ha iniziato a far parte della vita dei cittadini ben prima dell’arrivo del Covid-19. 
Ci sono varie teorie sull’origine dell’abitudine di consumo di questo oggetto in Asia. Una di queste ne fa risalire l’uso iniziale al Grande terremoto del Kantō del 1923, in seguito al quale cenere e fumo invasero il Giappone per settimane, facendo sì che i cittadini giapponesi dovessero usare le mascherine per poter respirare adeguatamente senza immettere sostanze nocive nel proprio corpo. In seguito, questa abitudine venne rinforzata con l’industrializzazione massiccia e il progressivo peggioramento dell’inquinamento in estremo oriente – in particolare in Cina, India e Giappone. In molti però sostengono che sebbene le mascherine fossero state già adottate nel 1923 nel Sol Levante, il turning point è stato nel 2002 con lo scoppio della SARS in Cina. Quest’ultima si diffuse rapidamente e provocò la morte di 283 persone solo ad Hong Kong. Non solo, dopo 4 anni dalla SARS, sempre in Cina, si dovette tornare all’utilizzo delle mascherine a causa dell’influenza aviaria. 
Il trauma causato da questi eventi sulla popolazione ha cambiato le abitudini di consumo dei cittadini e la mascherina è diventato un accessorio tanto comune quanto un paio di occhiali da sole. Sebbene le nuove generazioni non abbiano ricordo di questi eventi, l’utilizzo delle mascherine non solo non è diminuito, ma ha assunto nuove forme. Oggigiorno, infatti, le mascherine hanno superato il consumo puramente utilitaristico assumendo una funzione socioculturale. Alla luce di ciò, i motivi per i quali le mascherine sono usate ancora oggi possono essere divisi in due macro aree: utilità e aspetti socioculturali. 
Perché sono utili? Chiunque abbia familiarità con questi oggetti ritiene che siano utili a  contrastare gli effetti dell’inquinamento sulla salute; evitare di contagiare gli altri quando si è ammalati; tenere caldo il volto durante gli inverni rigidi. Basti pensare che dalla Cina al Giappone è possibile trovare mascherine per ogni volto e gusto. Da quelle aromatiche a quelle riscaldanti, fino a quelle con balsami per aiutare la congestione nasale.
Da non sottovalutare gli aspetti socioculturali. Le mascherine vengono altresì usate per coprire il volto quando non si ha tempo o voglia di truccarsi; come accessorio fashion (addirittura questo tipo di mascherine a volte non svolge la funzione di protezione); costruire un “social firewall” ed evitare di interagire con gli altri quando non si è dell’umore (il corrispettivo delle cuffiette in Italia); evitare di essere riconosciuti o per non attirare l’attenzione.
Recentemente con lo scoppio del coronavirus la funzione originaria delle mascherine è tornata di fondamentale importanza, oscurando completamente gli aspetti socioculturali del consumo. C’è ora da domandarsi se una volta che il Covid-19 rimarrà solo uno spiacevole ricordo, le mascherine entreranno a far parte anche della vita degli italiani con nuovi modi d’uso.

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