REGISTRARE UN BRAND IN CINA: LE 3 DOMANDE DA PORSI PRIMA DI INIZIARE

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Approdare su un nuovo mercato non è difficile, viste le diverse opzioni analogiche e digitali a disposizione delle imprese. La vera sfida è riuscire a crearsi una posizione stabile da cui partire a penetrare il mercato. Uno dei passaggi più trascurati in questa fase pre-lancio, è purtroppo la registrazione di tutte le proprietà intellettuali in proprio possesso, e fondamentali per la riuscita del progetto.

 

1. Vale la pena registrare un brand in Cina?

La legge sui Marchi della Repubblica Popolare Cinese si basa sul principio del first to file: in pratica non importa chi abbia iniziato ad utilizzare il brand per primo, ciò che conta è chi sia riuscito a registrarlo per primo all’interno dei registri dell’Ufficio Marchi. Registrare un brand offre una serie di tutele legali indispensabili per chi ha ben chiara una strategia di penetrazione del mercato, in modo da evitare quei problemi on the road che rischiano di vanificare tutto ciò che vi si è investito. A questo si aggiungono gli importanti risultati raggiunti da Europa e Cina proprio in materia di tutela della proprietà intellettuale: il 14 settembre i due paesi sono riusciti ad accordarsi su un programma trasversale che garantirà la protezione di oltre 100 Indicazioni Geografiche Europee (GI), 26 delle quali di provenienza italiana, all’interno del territorio della RPC. Accordi di questo tipo, già in gestazione da diversi anni, aprono inoltre la strada per nuove possibilità di collaborazione proprio in ambito di proprietà intellettuale. Ecco dunque che la registrazione acquisisce un ruolo ancora più fondamentale.

 

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2. Posso registrare il mio brand così com’è?

Di base, il primo step è proprio quello di registrare il brand nella sua veste originale, senza alterazioni o adattamenti. Se da un lato questa si concretizza come la soluzione più semplice, a lungo andare è sempre consigliabile però pensare ad una variante “cinese” per il marchio, per una migliore comunicazione con il pubblico cinese. Il procedimento di adattamento può essere declinato su più livelli di “complessità” andando ad interessare sia le parti scritte del brand che quelle grafiche. In questo contesto si può fare riferimento ad un modello molto in uso nel settore, che prevede due diversi metodi:

  • Similitudine di suono: ovvero determinare un mix di caratteri cinesi la cui pronuncia sia simile al nome originale, senza mai eccedere i quattro caratteri (come i brand stranieri più famosi insegnano);
  • Costruzione di significato: partendo dai core values del brand si cerca di creare una combinazione di caratteri che ne rispecchi il significato.

In linea di massima, quella a cui le imprese fanno maggiormente ricorso è la prima opzione, ma è consigliabile dedicare maggior tempo al processo creativo e cercare di costruire una versione cinese facendo un mix delle due diverse metodologie, per un risultato finale che ricordi a livello sonoro la pronuncia originale del marchio, ma che sia inoltre carico di significati che lo identifichino dalla concorrenza e che entrino in risonanza con i consumatori.

 

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3. Quali sono gli step da seguire?

L’autorità competente per i processi di registrazione di marchi e brevetti è l’Ufficio Marchi del CNIPA, o China National Intellectual Property Administration (工商局商标局, Gōngshāngjú shāngbiāojú). A livello temporale, tutte le procedure possono richiedere dai 7 agli 8 mesi, e possono essere riassunte in tre passaggi principali:

 

Step.1|Primo round di verifiche e conferma iniziale (circa 2 mesi). La prima parte del procedimento fa la differenza, determinando se la registrazione sarà indolore o se viceversa richiederà un po’ più di sforzi. Gli intoppi sul percorso possono essere di varia natura, tra i principali si contano: conflitti con brand già precedentemente registrati, problemi con il wording o con la grafica, come nel caso di utilizzo di forme geometriche troppo semplici o troppo simili ad elementi già presenti all’interno del database cinese. Una regola d’oro in questo caso è la seguente: tendenzialmente registrare un logo sprovvisto di wording è più facile rispetto a marchi che prevedano entrambe le componenti, ma nel caso ciò non fosse possibile si consiglia di aggiungere un paio di parole all’interno della grafica per rendere più semplice il processo di registrazione.

 

Step.2|Pubblicazione del brand all’interno del database (fino a 6 mesi). Una volta superato il primo step il marchio verrà pubblicato all’interno di un registro consultabile da chi è già in possesso di proprietà intellettuale registrata in Cina. Questo periodo di esposizione dura alcuni mesi e viene effettuato per assicurarsi che nessuno abbia obiezioni da sollevare alla registrazione. Nel caso un soggetto cinese dovesse fare appello contro di essa invece, si dovrà procedere al vaglio della mozione e scegliere se agire legalmente o meno.

 

Step.3|Valutazione finale ed approvazione. Nel caso non ci siano state rimostranze durante le fasi precedenti, l’autorità competente provvederà ad una seconda verifica, molto più rapida della precedente, che si completerà con la conclusione del processo di registrazione del marchio.

 

La documentazione di base da mostrare alle autorità cinesi per dare il via alle procedure è la seguente:

Visura Camerale in inglese dell’impresa richiedente;

Logo del brand da registrare.

Sarà inoltre necessario scaricare e compilare l’apposito modulo afferente alla specifica classe e relative sottoclassi del brand da registrare (le diverse versioni sono consultabili qui), allegando la documentazione richiesta.

Registrare un brand in Cina non è complesso, ma può trasformarsi rapidamente in un processo molto fastidioso, specialmente se non si ha a disposizione un team con esperienza diretta sul territorio. Per questo motivo, si consiglia di fare riferimento a professionisti ed esperti con un solido background in cinese per limitare al minimo le attese e garantire il corretto funzionamento di tutto il procedimento.

 

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