DOUYIN NON SI FERMA, POTENZIA L’E-COMMERCE PER COMPETERE CON ALIBABA

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Nella mitologia cinese il qilin, ha due corna, è ricoperto da squame, vola e conosce tutti i linguaggi del mondo, animali e non. Nel mondo occidentale, invece, questo mistico animale è conosciuto con il nome di “unicorno cinese” (anche se di unicorno ha ben poco); è questa forse una buona metafora per rappresentare il binomio Tiktok/Douyin targato Bytedance, la start up più famosa al mondo.

Non si parla solo di nomi diversi infatti, ma di numeri, pubblico e funzioni differenti. I problemi del primo non interessano il secondo dunque, che anzi sta sempre più consolidando la sua fan base cinese, e che sembra sempre più intenzionato ad intraprendere sfide di proporzioni epiche con i big del digital cinese.

 

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Via il tetto minimo di 300 milla follower 

Un esempio degli ultimi mesi è l’importante virata nei confronti di chi vende prodotti attraverso un profilo Douyin. Per attirare nuovi merchant, Douyin ha deciso di eliminare il tetto minimo dei 300 mila follower alle funzionalità e-commerce della piattaforma. In questo modo, al momento, anche chi praticamente di follower non ne ha, può scegliere di inserire all’interno dei propri video link di prodotti listati su piattaforme e-commerce esterne.

 

 

La short-video app non si è limitata a cambiare le regole del gioco, ma ha anche preso una posizione molto seria nei confronti di queste ultime, al fine di dare maggiore appeal al proprio e-commerce interno, Doudian (Douyin Shop per capirci). Ad ora, la più colpita tra queste sembra essere Taobao, la più famosa app B2C del Gruppo Alibaba. I link Taobao infatti sono ora fortemente penalizzati nelle ricerche da parte dell’algoritmo di Douyin, per non dire completamente oscurati per specifiche tipologie di prodotti, come cocomeri e mango ad esempio, ora acquistabili solo da rivenditori Doudian.

 

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Cosa significa per i brand?

La connessione Taobao – Douyin rimane, seppure in forma più limitata rispetto a quanto ci eravamo abituati. Eppure, un adattamento della propria strategia, soprattutto per chi ha scelto di scommettere sulla short-video app per raggiungere i propri consumatori, è caldamente consigliato. Il rischio infatti è che Douyin sfrutti il vasto numero di utenti che riesce a raggiungere come garanzia per creare la sua personale avventura verso i portafogli dei consumatori cinesi, a colpi di minori barriere di accesso per i merchant (con percentuali e depositi cauzionali meno impattanti) e più bassi costi di adv.

Se a questo si aggiunge la tendenza della piattaforma a dare maggiore rilevanza al live streaming, per meglio competere con il rivale Kuaishou (Kwai all’estero), e il grande focus verso la Generazione Z, potremmo essere in procinto di nuovi scossoni per il mondo digital cinese.

 

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