Cina verso la normalità…o quasi?

riccardo
La Cina sta tornando alla normalità, e con lei il mondo seguirà a breve.
Queste le notizie che si sentono ripetere quasi ovunque, in un’ondata di riscoperto positivismo. Una verità si può cogliere certamente dal brusio sommesso che si percepisce sui social: i casi di contagio in Cina sono visibilmente diminuiti rispetto ad inizio marzo; quanto alla normalità invece, sembra che tarderà un po’ ad arrivare.
Speculazioni a parte, è indubbio l’effetto negativo che l’epidemia di Covid-19 abbia esercitato sul motore economico cinese. Al di là dei pochissimi settori che hanno saputo trarre vantaggio dalla situazione, la maggior parte dell’economia cinese ha subito una forte contrazione nei primi due mesi del nuovo anno, un tracollo con cifre molto più negative rispetto ai pronostici di Bloomberg. Le misure di contenimento, efficaci contro il virus, non si sono rivelate altrettanto positive sui consumi e sulla produzione, con pesanti ripercussioni sull’export. Solo durante il mese di marzo, la produzione è ripartita con fermezza, dopo aver perso però oltre il 13% rispetto al periodo precedente, grazie al supporto del governo. 
Ecco che, per dare nuova sferzata all’economia del paese, il governo cinese ha fatto sentire la propria voce. Da ormai un mese, per far ripartire i consumi e risollevare il proprio impianto produttivo, la Cina si sta muovendo a livello locale e nazionale. Ad esempio, le autorità di alcune province (link in cinese) stanno erogando buoni di acquisto, con l’aiuto dei giganti del tech cinese Alibaba e Tencent, spendibili in beni di consumo. Questi buoni, riscattabili online, possono essere però utilizzati solo con determinate tempistiche e per quantità fisse che variano da provincia a provincia, spesso a fronte di un tetto di spesa minimo.
Contemporaneamente, la PBOC (la Banca Centrale Cinese) ha abbassato i tassi di interesse ed immesso maggiore liquidità nel mercato, mentre i maggiori istituti di credito del Dragone hanno ottenuto maggiore libertà in termini di erogazione prestiti. Misure simili sono state prese anche al di fuori della Cina, ma come affermato dal SCMP, queste hanno consentito a molte imprese di riattivare le proprie linee produttive consentendo al paese di recuperare quasi il 72% della produttività persa durante i mesi precedenti, ed aumentare i consumi anche in settori molto colpiti dalla quarantena, come ad esempio il beauty, dove è stato rilevato un aumento delle vendite pari al 3000%.
Attenzione però, è ancora troppo presto per cantar vittoria. Stando alle stime di Technode, la Cina dovrà aspettare fino all’estate per poter tornare a pieno regime. Nel frattempo, nuove sfide si propongono all’orizzonte: oltre 5 milioni di persone sono rimaste senza lavoro all’inizio dell’anno a causa delle incertezze dovute alla quarantena, un dato che peserà sul bilancio dello stato e che rallenterà la ripresa dei consumi. A questo si aggiunge che, per quanto i contagiati siano diminuiti, il Covid-19 non sembra ancora essere stato completamente debellato, obbligando le autorità a chiudere, seppure parzialmente, nuove città. 
Una cosa è certa: quando tutti gli indicatori saranno tornati alla normalità per la Cina, la situazione al di fuori dei suoi confini non potrà sicuramente dirsi risolta, soprattutto per quelle imprese che più dipendono dal commercio con l’estero. Anche ricevendo il supporto di cui hanno bisogno dai rispettivi paesi, queste ultime potrebbero dover aspettare molto di più prima di poter avere un po’ più di respiro.

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