Il settore degli integratori, in forte crescita dal 2016, sta riscuotendo sempre più successo, complici la super-veloce infrastruttura e-commerce e logistica del Dragone e della pandemia di Covid-19, da cui l’economia cinese sembra ormai essere uscita. Se si considerano inoltre le importanti relazioni commerciali che sussistono tra Europa e Cina sul piano export nel settore farmaceutico, secondo un articolo del EU CBEC Forum, i brand del “vecchio mondo” hanno tutte le carte in regola per costruirsi ottime opportunità di business. Grazie ad una prima metà del 2020 decisamente fuori dal comune, si è registrato un tasso di crescita cinque volte superiore per il mercato degli integratori, che si stima possa raggiungere un valore di oltre 22,1 miliardi di dollari entro fine anno.
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Al di là della variabile Covid-19, i fattori che continueranno ad influire sulla salute generale del mercato vanno ricondotti ad un progressivo invecchiamento della popolazione, conscia degli effetti che inquinamento e routine quotidiane possono avere sulla salute, sia fisica che mentale, dei singoli individui. Il consumatore cinese cerca quindi di orientare la propria vita verso una serie di attività collegate al benessere, quali l’attività fisica ed il consumo regolare di sostanze che facciano da complemento ad una dieta che deve necessariamente seguire gli impegni e le dead line della vita professionale.
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Da un recente studio di Daxue Consulting, emerge infatti che il consumo di integratori in Cina deriva principalmente dall’esigenza di risolvere problemi di affaticamento o stress dovuto al lavoro o alla vita quotidiana; una tendenza questa già riscontrata da alcuni anni, come afferma il Financial Times.
Parliamoci chiaro, spesso la salute è diretta emanazione dell’aspetto fisico di una persona, e questa concezione trova particolare consenso nella Cina di oggi: la Vitamina E, per le sue funzioni antiossidanti ed anti aging, nonché proprietà antinfiammatorie, rimane infatti la più cercata su Baidu, basta fare qualche semplice esperimento su Baidu Index per averne conferma.
I problemi della cute, legati soprattutto all’acne, il grande nemico della Generazione Z cinese, hanno tuttora un grande peso nella scelta di acquisto per prodotti di questo settore. Il segmento più giovane infatti, dai 20 ai 29 anni di età, è decisamente il più rapido ed il più incline all’acquisto online, su marketplace o tramite social. Si riscontrano inoltre nuovi bisogni, che stanno contribuendo alla creazione ed alla crescita di nuove nicchie, come nel caso di integratori alimentari per l’infanzia o per la salute della donna.
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Anche in questo settore, il consumer journey passa attraverso i social. Il consumatore cinese interpella spesso la rete ed il proprio network di amici e conoscenti per ricevere consigli di acquisto. Il passaparola ed i racconti di KOL e KOC, rispettivamente Key Opinion Leader e Key Opinion Consumers, positivi o negativi che siano, sono uno dei principali driver al consumo; in particolar modo, l’attenzione dei potenziali acquirenti si concentra su 3 fattori chiave: l’efficacia del prodotto, spesso declinata sull’asse temporale (il consumatore cinese medio si aspetta risultati almeno entro il primo mese), l’utilizzo del prodotto e ad ultimo il nome del brand.
In quest’ultimo caso, non si registra una marcata preferenza del consumatore ad acquistare marchi internazionali piuttosto che locali, anzi la tendenza all’acquisto varia in base alle nicchie considerate: se prodotti locali o a base di medicina tradizionale cinese hanno un discreto successo a sopperire a bisogni legati alla nutrizione o al dimagrimento, nei prodotti dedicati al benessere dei più piccoli o alle specifiche esigenze degli sportivi si registra una maggiore propensione verso brand internazionali. In generale però, il country of origin effect non sembra avere un particolare influsso sulle metriche su cui il consumatore cinese basa i propri acquisti.
Ad ultimo, la battaglia per il settore degli integratori verrà decisa sulla base della reputazione del brand. Per vincere il cuore dei consumatori cinesi è necessario adottare un approccio che consenta il dialogo diretto tra brand e consumatori, puntando tutto sulla sicurezza del prodotto e sulla sua affidabilità. Per avere successo in questo settore in pratica bisogna “metterci la faccia”.