Da produttore di massa a consumatore attivo, la Cina sta attraversando senza dubbio un periodo di riscoperta e rivalutazione per i prodotti per adulti. Considerata da sempre un paese ai vertici dell’export nel settore, la Cina è ora invece teatro di un trend opposto: la domanda interna si sta prepotentemente facendo sentire da ormai diversi anni, con un conseguente riadeguamento della produzione ad esigenze interne (Daxue Consulting). Complici dell’aumento della domanda sono distanziamento sociale e quarantena, ma anche la riscoperta indipendenza di molte consumatrici, sempre più coscienti della propria femminilità ed intenzionate a cambiare il ruolo “tradizionale” della donna nella società cinese.
Nonostante questo settore sia spesso dominato da un pubblico prettamente maschile, come nel caso anche di altri paesi, le consumatrici tra 26-35 anni sono la vera forza di traino del mercato, e ne rappresentano peraltro il segmento con le più alte potenzialità di crescita secondo iiMedia (in cinese), istituto di ricerca del Guangdong.
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Sebbene in minor numero rispetto alle controparti maschili (il 68% degli utilizzatori intervistati sono uomini), le consumatrici sono in forte aumento. Secondo la blogger cinese Yi Heng (女王易衡), che tramite il suo account Weibo incentiva discussioni sull’argomento, questo segmento sta dimostrando un atteggiamento sempre più positivo nei confronti di questa tipologia di prodotti, mostrando a volte interesse ad espandere la propria collezione nel caso di una prima impressione positiva. Queste consumatrici sembrano molto inclini all’acquisto su piattaforme online, rispetto a rivenditori offline, seppure questi ultimi siano rimasti il luogo preferito per gli acquisti, fino a fine 2019 almeno.
Una cosa è certa: il primo touch point per le nuove generazioni rimangono i social.
Facendo un giro tra le principali piattaforme, ci si rende presto conto che la maggior parte dei brand, locali e non, si avvale principalmente di due canali per la comunicazione: WeChat e Weibo.
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Tralasciando l’onnipresente Durex, che meriterebbe un articolo a parte, altri brand internazionali molto forti in Cina sono l’americano Svakom, concentrato su un pubblico principalmente femminile, ed il giapponese Tenga, orientato invece ad un audience maschile. Questi brand sfruttano un mix di contenuti canzonatori ed irriverenti che riesce ad entrare in risonanza con i millennials. A fianco a contenuti meno “impegnati”, si nota la presenza di articoli più mirati alla vendita; tendenzialmente targettizzati ad entrambi i sessi, questi ultimi assumono la forma di guide al benessere della coppia, ma tra le righe non risparmiano contenuti di tipo promozionale. In parte diverso, invece, il tipo di comunicazione preferito dai rivenditori cinesi che puntano spesso a diversificare maggiormente il target, a volte con account WeChat verificati paralleli, come nel caso di 青杏熟了 (Qingxing shule) e 一颗青杏 (Yikeqingxing), che pubblicano l’uno contenuti per coppie e single con già esperienza, l’altro per utenti più giovani e meno esperti. Da sottolineare inoltre l’assenza di livestreaming e dirette sulle principali piattaforme di vendita cinesi, elemento che rende la comunicazione social ancora più importante per un brand che operi nel settore.
Ma quindi in Cina c’è sufficiente mercato per player internazionali?
La domanda interna per questi prodotti è presente senza ombra di dubbio, ma occorre una precisa gestione della comunicazione e dei canali social sia per evitare di comunicare valori disfunzionali all’immagine del brand, sia per posizionare bene il prodotto e andare a lavorare sul giusto target di riferimento. Infine, stimolare il dialogo con i consumatori è, per questo specifico mercato, decisamente consigliato, ma attenzione a non dirigere la discussione troppo verso il brand e meno verso gli utenti.
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